Sant’Anna la Madre di Maria. Protettrice delle donne incinte, madri, nonne e partorienti. Ricorrenza 26 Luglio



Sant’ Anna

Madre della Beata Vergine Maria

Ricorrenza 26 luglio Protettrice delle donne incinte, madri, nonne, partorienti

S. Anna in nacque a Betlemme, chiamata comunemente nella S. Scrittura, la città di Davide, perchè in essa il gran re, profeta, ebbe i natali. Suo padre si chiamava Matan, cd era sacerdote della tribù di Levi e della famiglia di Aronne: sua madre fu Maria della tribù di Giuda, ambedue ragguardevoli non solo per la loro nascita, ma ancor più per la loro probità e per lo splendore di una vita esemplare. Ebbero essi tre figliuole. La prima, chiamata Maria come sua madre, andò sposa a Cleofa e fu la fortunata madre di S. Giacomo il minore, di S. Giuda, di S. Simone e di S. Giuseppe soprannominato Barnaba, cioè il Giusto. Questi sono i santi discepoli, che il Vangelo ha denominato fratelli del Salvatore, secondo l’uso ebraico di chiamare così i primi cugini del sangue. La seconda figlia di Matan fu Sobe, che fu la madre di S. Elisabetta, cugina della Vergine Santissima. La terza figliuola di Matan fu S. Anna, che il Signore aveva destinato, dice S. Giovanni Damasceno, per dare al mondo Colei, che doveva partorire il Salvatore.

Sant’Anna la Vergine e il Bambino
autore Leonardo da Vinci anno 1513 titolo Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino

San’Anna, fin dai suoi primi anni fu la delizia dei suoi genitori per la sua modestia e obbedienza e per la dolcezza del suo carattere. Assidua nell’orazione, cominciò assai presto a gustare Dio ed a procurare di piacergli. Ricercata in matrimonio dai più ragguardevoli della Nazione, fu alla fine data in isposa a Gioachino, che dimorava in Nazareth ed era della famiglia regale di Davide. Per questa felice parentela la stirpe sacerdotale si trovò unita nella stessa famiglia col sangue reale, il che era assolutamente necessario perchè il frutto di quel matrimonio potesse essere un giorno la madre del Salvatore.

I Santi sposi vissero molti anni in una celeste pace e concordia, servendo con grande zelo il Signore, ma il cielo non aveva benedetto lo loro unione. Onde, non sperando più discendenza, di comune accordo avevano prese le loro ormai vane ricchezze e le avevano distribuite ai poveri, ritenendo per sè il puro necessario. Secondo la tradizione, fu appunto dopo di essersi cosi spogliati dei beni terreni, che il ciclo esaudì le loro suppliche e diede loro il grande bene, superiore a tutte le umane ricchezze, il dono impareggiabile, celeste, che è Maria. Maria fu dunque il premio della povertà volontaria, della carità illuminata, dcl dolore rassegnato e soprattutto della candida offerta dei cuori, delle preghiere perseveranti. Anna fu la nutrice e l’educatrice di Maria: sulle sue ginocchia crebbe la creatura meravigliosa, che fu il capolavoro della creazione, la futura Regina del Cielo.

Sant’Anna fu anche la maestra, che insegnò i primi rudimenti del sapere a Colei che doveva essere la sede della Sapienza. Ma questa maestra, unica al mondo, dovette ben presto avvedersi che la piccola Maria aveva un altro Maestro, che interiormente la ammaestrava e forse ebbe anche qualche presagio di un fatto ancor più grande, che la sua bimba cioè cresceva non solo nel candore dell’innocenza comune, ma anche nello splendore di un’altra innocenza, tutta iniziale, che a Lei sola per divin privilegio era stata concessa. Perciò se anche Anna e Gioachino ebbero qualche lume intorno alle meraviglie operate da Dio in Maria e alla di lei futura grandezza, lo tennero chiuso nel cuore, e attesero solo a custodire un tale divin tesoro. Ma ciò che è ancor più mirabile in essi e che forma la loro gloria più grande è che, dopo di essersi spogliati di ogni bene terreno per darlo ai poveri, essi si siano spogliati anche di quella perla preziosa che è Maria per darla a Dio, consacrandola al tempio, come Dio aveva loro ispirato, perchè in quel sacro asilo Maria si disponesse ad essere tempio dello Spirito Santo. S. Gioachino morì quasi subito dopo tra le braccia della sua sposa. S. Anna, per la durata di undici anni, ebbe la consolazione di vedere la sua figliuola crescere in saggezza, in virtù e con ogni altra sorte di perfezione. Si addormentò poi nel Signore all’età di 69 anni e fu sepolta presso S. Gioachino.

Morte di Sant’Anna
autore Francesco Monti anno 1740 titolo Morte di sant’Anna

Ora S. Anna in ciclo non si sazia di contemplare Colei, la quale dopo essere stata la luce e il sorriso della piccola casa di Nazareth, è ora il sorriso e lo splendore del Paradiso. Così la vide il divino poeta al sommo della rosa sempiterna …Tanto contenta di mirar sua figlia — Che non muove occhi per cantar osanna.

Sant'Anna

PREGHIERA. O Signore, che hai concesso alla Beata Anna la grazia di divenire madre della Genitrice del tuo Unigenito Figlio: fa si che, celebrandone noi oggi la festa, ci assista ella dal cielo col suo patrocinio

SUPPLICA A SANT’ANNA

Prostrato ai piedi del tuo trono o grande e gloriosa S. Anna, vengo ad umiliarti la mia fervida prece, la preghiera del cuore; accoglila benigna rendimi grazie, prega per me.

La terra è veramente la valle del pianto – il cammino della vita è se­minato di spine – il cuore in tempe­sta sente forte i colpi del dolore – aiutami Tu, esaudiscimi Tu. O Ma­dre cara prega per me.

Stanco di piangere, senza una parola di conforto e di speranza; oppresso sotto il peso delle tribo­lazioni solo in Te, che ben intendi il dolore di un’anima, ripongo dopo Dio e la Vergine la speranza mia. O madre cara prega per me.

I miei peccati furono causa di farmi perdere la pace del cuore – l’incertezza del perdono mi rende più triste la vita – impetrami Tu la misericordia divina, l’amore a Ge­sù, la protezione della Figlia Tua – O madre S. Anna prega per me.

Guarda la casa mia, la famiglia mia – Vedi quante disgrazie mi op­primono quante tribolazioni mi sono d’intorno… O Madre cara Ti chiedo la pace e la provvidenza, la pace dell’anima soprattutto. – Prega per me.

Ed ora che ho bisogno di grazie non mi abbandonare Tu che sei po­tente presso il trono di Dio. Allon­tana da me la tristezza e la deso­lazione, i pericoli, i flagelli del Si­gnore. Benedici e salva l’anima mia; fa che in vita e in morte io Ti chiami e Ti senta vicina. Prega per me, o dolce consolatrice degli af­flitti. Fa che un giorno sia ai Tuoi piedi nel santo Paradiso. Così sia.

Pater, Ave, Gloria.
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Author: La Fede Cattolica

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