Santa Lucia, la Santa della luce.
Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno Agata dirle: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione Agata le preannunciava anche il martirio e il suo patronato sulla città. Ritornata a Syracusæ e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo e di donare tutti i suoi averi ai poveri. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa donare tutto il suo patrimonio, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall’imperatore Diocleziano.
Lorenzo Lotto, Santa Lucia davanti al giudice
Il processo che Lucia sostenne dinanzi all’arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose: “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”. Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vide piuttosto ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l’Arconte.
Pascasio dunque ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma lei diventò miracolasamente così pesante, che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a spostarla. Lucia allora fu sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa, sicché infine, piegate le ginocchia, fu decapitata, o secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola (jugulatio). Morì solo dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Privo di ogni fondamento, e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l’episodio in cui Lucia si strappa – o le vengono cavati – gli occhi. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia (da Lux, luce).
Attestato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare come il miracolo della fine della carestia dell’anno 1646, domenica 13 dicembre 1646, una quaglia fu vista volteggiare dentro la Cattedrale di Siracusa durante la Messa. Quando la quaglia si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte.
Attributi Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo.
Patrona di Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le carestie
PREGHIERA
O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell’errore.
Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell’anima.
Fa, o Santa Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù.
O gloriosa martire,
luce di santità ed esempio di fortezza,
a Te mi volgo e Ti prego
di ottenermi dal Sommo Bene
la costanza nel praticare le Tue virtù
e che io disprezzi, al par di Te,
i vani piaceri terreni
affinchè possa aspirare ai gaudii eterni.
Amen
LA VITA DI SANTA LUCIA
“Nata a Siracusa tra il 280 e il 290 d.C. da una ricca famiglia, Santa Lucia è orfana di padre e da giovane viene promessa in matrimonio ad un patrizio.
La madre di Lucia è gravemente ammalata, e nonostante le costose cure, non riesce a guarire. Lucia e sua mamma Eutichia sono molto credenti e durante un pellegrinaggio al sepolcro di San’Agata, la invocano in preghiera affinchè aiuti la donna a sconfiggere la malattia.
Mentre Lucia è assorta ha una visione: Sant’Agata le appare dicendole che lei stessa può aiutare la madre a guarire e le preannuncia che un giorno sarà la Patrona della città di Siracusa.
Al ritorno dal pellegrinaggio Eutichia guarisce, e Lucia decide di dedicare al sua vita al Signore. Comincia così a distribuire le ricchezze che possiede ai poveri e ai bisognosi che incontra.
Il suo promesso sposo, indispettito per il rifiuto, la denuncia come appartenente alla religione cristiana. L’imperatore Diocleziano intanto emana i decreti che autorizzano la persecuzione dei cristiani. Santa Lucia viene quindi catturata e processata.
Davanti ai suoi accusatori sostiene con fierezza di essere cristiana. Il proconsole minaccia la donna di mandarla tra le prostitute, ma Lucia gli tiene testa con le parole senza alcun cedimento.
La donna è così decisa che riesce a mettere in difficoltà l’Arconte di Siracusa Pascasio. Per piegarla non resta che sottoporla a tortura. Nella sorpresa generale Lucia esce indenne da ogni ferita, riesca a sopravvivere anche alle fiamme. Quindi viene decapitata.
Gli “Atti Latini” scrivono che Lucia muore con un coltello conficcato in gola e non per decapitazione, infatti è diffusa questa immagine di Santa Lucia nell’iconografia tradizionale. Dal XV secolo in poi la devozione popolare invoca Santa Lucia come protettrice della vista, per questo viene raffigurata con gli occhi sul piatto e lo sguardo al cielo. Il nome “Lucia” deriva dal latino Lux, che significa “Luce”.
A Santa Lucia si attribuisce la fine della carestia nel 1646. La gente la invoca in preghiera, ed un testimone oculare riferisce di una colomba che vola nella Cattedrale e appena si posa viene annunciato l’arrivo di una nave piena di cereali. La popolazione attribuisce questo miracolo a Santa Lucia.
Il 13 dicembre del 304 Lucia muore, ed il suo martirio viene conosciuto in tutto il mondo. Santa Lucia è la Patrona di Siracusa, protegge le malattie della vista, gli oculisti, i ciechi, gli elettricisti. La festa liturgica nella tradizione cristiana ricorre il 13 dicembre, la data della sua morte.
Secondo la tradizione, i resti del corpo di Lucia vengono tumulati nello stesso luogo in cui la donna subisce il martirio. In seguito le catacombe di Siracusa, dove le reliquie vengono riposte, prendono il nome della Santa.
Nell’anno 878 circa Siracusa subisce l’invasione dei Saraceni, quindi le reliquie appartenenti a Santa Lucia vengono messe altrove per sfuggire agli invasori.
Nel 1204 i Veneziani, sbarcati a Siracusa, si impossessano di alcune reliquie e le trasportano a Venezia, dove viene nominata compatrona della città.
Tutt’oggi il corpo della Sante si trova nella Chiesa dei Santi Geremia e Lucia di Venezia. Altri riferiscono di una seconda traslazione delle reliquie di Santa Lucia ad opera del vescovo Teodorico di Metz. Da questo luogo il culto di Santa Lucia si diffonde ovunque.