Papa Francesco ribadisce l’importanza di mettere gli anziani al centro delle attenzioni della comunità: il dialogo bambini-nonni è fondamentale per evitare che cresca “una generazione senza passato, cioè senza radici”
Il Papa, ancora una volta ci invita a non dimenticare il dramma della guerra. “Per favore, non dimentichiamo il popolo martoriato dell’Ucraina in guerra!”. “Non abituiamoci a vivere come se la guerra fosse una cosa lontana”, ha detto Francesco: “Il nostro ricordo, il nostro affetto, la nostra preghiera, il nostro aiuto, vada sempre vicino a questo popolo che soffre tanto e che sta portando avanti un vero martirio”.
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“Da vecchi non si comanda più il proprio corpo. Bisogna imparare a scegliere cosa fare e cosa non fare”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata al “semplice e toccante racconto della guarigione della suocera di Pietro. “Nella vecchiaia anche una semplice febbre può essere pericolosa”, ha esordito Francesco, che poi ha aggiunto a braccio: “Da vecchi non possiamo fare le stesse cose che facevamo da giovani: il corpo ha un altro ritmo, dobbiamo accettare dei limiti. Tutti ne abbiamo: anche io devo andare col bastone oggi”. “Il vigore del fisico viene meno e ci abbandona, anche se il nostro cuore non smette di desiderare”, ha osservato il Papa: “Bisogna allora imparare a purificare il desiderio: avere pazienza, scegliere cosa domandare al corpo, alla vita”.
“La malattia pesa, sull’anziano, in modo diverso e nuovo rispetto a quando si è giovani o adulti”, ha spiegato Francesco: ”È come un colpo duro che si abbatte su un tempo già difficile. La malattia del vecchio sembra affrettare la morte e comunque diminuire quel tempo da vivere che già consideriamo ormai breve. Insinua il dubbio che non ci riprenderemo, che ‘questa volta sarà l’ultima che mi ammalo…’. Non si riesce a sognare la speranza in un futuro che appare ormai inesistente”. “Un famoso scrittore italiano, Italo Calvino, notava l’amarezza dei vecchi che soffrono il perdersi delle cose d’una volta, più di quanto non godano il sopravvenire delle nuove”, la citazione del Papa.
“Questa cultura dello scarto sembra cancellare gli anziani: non li uccide, ma socialmente li cancella, come se fossero un peso da portare avanti, ‘è meglio nasconderli’”. Lo ribadisce, il Papa, nella catechesi. “Questo è tradimento alla propria umanità, è la cosa più brutta, è selezionare la vita secondo l’utilità, secondo la giovinezza, e non la vita come è, con la saggezza dei vecchi, con i limiti dei vecchi”, il monito ancora fuori testo: “I vecchi hanno tanto da darci, c’è la saggezza della vecchiaia, hanno tanto da insegnarci. Per questo dobbiamo insegnare, anche da bambini, perché vadano dai nonni: il dialogo tra i giovani, i bambini e i nonni è fondamentale, per la società, per la Chiesa, per la vita. Dove non c’è dialogo tra vecchi e giovani manca qualcosa, cresce una società senza dialogo, cioè senza radici”.