Papa Francesco, all’Angelus di oggi il suo pensiero è andato in prima istanza ai bambini ucraini. “Basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace”
![Gli organizzatori della marcia Perugia-Assisi, insieme agli alunni di alcune scuole romane, hanno portato in piazza San Pietro una bandiera della pace lunga 25mt durante l'Angelus di Papa Francesco per chiedere la fine della guerra in Ucraina Gli organizzatori della marcia Perugia-Assisi, insieme agli alunni di alcune scuole romane, hanno portato in piazza San Pietro una bandiera della pace lunga 25mt durante l'Angelus di Papa Francesco per chiedere la fine della guerra in Ucraina](https://www.avvenire.it/c/2022/PublishingImages/402a03c9db7244e8bcba86bffba00ccf/Agenzia_Fo_79661600.jpg?width=1024)
In piazza San Pietro una bandiera della pace lunga 25mt, portata dagli organizzatori della marcia Perugia-Assisi insieme agli alunni di alcune scuole romane, per chiedere la fine della guerra in Ucraina.
Papa Francesco si concilia con la folla con il suo primo pensiero, affinché cessi la guerra in Ucraina, quella che lui stesso reputa “bestiale”, “barbara”, “sacrilega”. “È passato più di un mese dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, dall’inizio di questa guerra crudele e insensata che come ogni guerra rappresenta una sconfitta per tutti, per tutti noi”, ha detto Francesco davanti ai fedeli in piazza San Pietro, tappezzata di bandiere della pace e dell’Ucraina. Due giorni prima, venerdì, il Papa aveva consacrato la Russia e l’Ucraina a Maria, Regina della Pace.
Il Santo Padre ha parlato della terra “martoriata” e ha egli stesso confessato quanto fosse vicino il rischio di un conflitto nucleare. “Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia”.
“Prego per ogni responsabile politico – ha proseguito il Papa – di riflettere su questo, di impegnarsi su questo e, guardando alla martoriata Ucraina, di capire come ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti”. “Perciò rinnovo il mio appello: basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace”.
La guerra è “luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono”. Francesco ha nel cuore soprattutto i bambini: metà dei minori ucraini sono sfollati. “Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli innocenti”.
Il 27 marzo 2020 data in cui il Papa pregò in una piazza San Pietro vuota a causa del lockdown. “Proprio due anni fa – ha ricordato lui stesso all’Angelus – da questa piazza abbiamo elevato la supplica per la fine della pandemia. Oggi l’abbiamo fatto per la fine della guerra in Ucraina”. E come per la prova della pandemia anche oggi, con le bombe che devastano un Paese nel cuore dell’Europa, Papa Francesco torna a indicare che non se ne può uscire senza cambiare, tutti, profondamente. “La guerra non può essere qualcosa di inevitabile. Non dobbiamo abituarci alla guerra, dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani perché se da questa vicenda usciremo come prima saremo in qualche modo tutti colpevoli”. E per questo “c’è bisogno di ripudiare la guerra”.